UN ALTRO DENTRO DI ME (Italian Edition) by Eva Franchi

autore:Eva Franchi [Franchi, Eva]
La lingua: ita
Format: epub
editore: UNKNOWN
pubblicato: 2020-03-10T23:00:00+00:00

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La sera dopo Sasha mi aspettava sotto casa a bordo della sua auto.

– So che non mi approvi, – gli dissi mentre prendevo posto nel sedile accanto.

– Scherzi? Mi diverto invece, rispose allegramente mentre inseriva la chiave nel blocchetto d’avviamento. Mi sembra di tornare indietro nel tempo, alle cazzate che facevamo da ragazzini.

– Non mi riferisco solo a stasera, ma a tutto il casino che è scoppiato dopo MTV.

– Ah… Be’ forse sei stato troppo impulsivo.

– Ho solo detto la verità…

Spense il motore. Mi guardò dritto negli occhi: – A me interessa quello che sei adesso. Le vite passate lasciamole al passato.

‒ Mi rendo conto che è pazzesco da credere ma non l’ho fatto per smania di protagonismo… ha a che fare col mio incubo… e non è solo questo… credo che Vincent sia stato ucciso, qualcuno l’ha costretto a iniettarsi l’eroina.

Sasha ammutolì alcuni istanti. ‒ Sei sicuro che non sia una fantasia? ‒ chiese con voce severa.

‒ Non sono sicuro di niente, ho bisogno di verificare se i ricordi che ho di lui sono reali. È per questo che stiamo andando al Rainbow.

‒ Mamma mia! Mi sembra di essere entrato in una puntata di Ai confini della realtà…

‒ Allora che facciamo? ‒ dissi ‒ Mi aiuti a trovare i Trovatori?

Sasha riaccese il motore. ‒ Quello che mi piace di te è che non sei monotono, ‒ disse ‒ Via, si parte! ‒ Uscimmo dal parcheggio e imboccammo la statale pronti per affrontare la prossima avventura: riuscire a entrare al raduno dei Trovatori senza invito e con la consapevolezza che probabilmente saremmo stati considerati ospiti indesiderati come i Montecchi alla festa dei Capuleti.

Posteggiammo in un parcheggio custodito nei pressi del Rainbow e ci dirigemmo a piedi verso l’entrata del locale. Non c’erano molte persone rimaste fuori. Eravamo in ritardo rispetto all’ora stabilita per l’inizio dell’evento

– Conosco uno dei gestori del Rainbow, forse ci farà entrare, – dissi a Sasha.

– E se ci dice di no? Avremo gli occhi puntati addosso e non potremo più giocarci la carta dell’invisibilità. Meglio tentare di entrare subito in sordina, lo facevo spesso da ragazzino, ai concerti, nei cinema, nelle discoteche. Dobbiamo puntare le porte di sicurezza…

– In occasioni come queste il servizio di sicurezza è sicuramente vigile…

– Stai invecchiando… il rischio non ti eccita più?

– Non vorrei finire un'altra volta sui giornali, siamo diventati famosi, te ne rendi conto? Lasciami parlare col mio amico prima.

– Se ci dice di no poi è un casino.

– È un casino anche se ci beccano.

Mi avvicinai a uno dei bestioni del servizio d’ordine dicendogli che ero un amico di Dodo, il gestore. Gli chiesi se poteva essere così gentile da informarlo che mi trovavo davanti al suo locale. Il bestione domandò: – Come ti chiami?

– Roberto Canestrari, – risposi. L’omone non mostrò segni di turbamento sulla faccia già di per sé inespressiva. Probabilmente non mi aveva riconosciuto come Robbie dei Fearless.

– Aspetta… – rispose. Entrò nel locale e ne uscì dopo un paio di minuti. – Ho riferito alla receptionist.

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